Mentre per la parte architettonica lo stile seguito è pienamente neoclassico, per la progettazione delle aree verdi abbiamo una forte impronta romantica, dovuta all’allora direttore dell’Orto Botanico di Napoli Friedrich Dehnhardt.
Alla conclusione dei lavori il complesso comprendeva: Villa Lucia, Villa Floridiana, un tempietto in stile ionico, un teatro all’aperto ‘della Verzura’, una serie di finte rovine e di serre. Il giardino, invece, contava oltre 150 piante fra cui lecci, palme e camelie che, alternate ad aree di prato all’inglese, creano piccoli boschetti e squarci paesaggistici notevoli.
Dopo varie vicissitudini, il complesso venne acquistato dallo stato nel 1919 diventando, nel 1831, sede di una delle maggiori collezioni di oggetti artistici grazie alla donazione, ad opera dei suoi eredi, della collezione creata da Placido de Sangro Duca di Martina. Il museo Duca di Martina, dunque, custodisce una serie di dipinti, avori, smalti, maioliche nonché vetri. Nella collezione trovano posto oggetti sia di origine occidentale che orientale databili nel complesso fra il XII ed il XIX secolo.